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Pentecoste e Immigrazione: ecumenismo e dialogo essenziali

13 maggio 2016

Scritto da p. Harry Winter, OMI, Coordinatore, Ministero della Missione, Unità e Dialogo, Provincia USA

 

Fr.HarryWinterOMILa celebrazione della Pentecoste ricorda a molti cristiani la nostra divisione e come lo Spirito Santo riunisce le Chiese cristiane. Attribuiamo inoltre credito allo Spirito Santo per averci aiutato a lavorare con persone di altre fedi e persone di buona volontà, per la giustizia.

Solo se i cristiani sono uniti, seguendo la guida dello Spirito Santo, possiamo sperare di assistere efficacemente gli immigrati, soprattutto nella promozione della vita familiare per coloro le cui famiglie sono state lacerate. Nella sua Lettera Apostolica “La gioia dell'amore”, Papa Francesco chiede al clero di lavorare con laici qualificati per affrontare la frammentazione della famiglia oggi (204). Non reinventiamo la ruota pensando che gli Oblati giurati dovrebbero affrontare da soli la sfida dei migranti. I nostri associati oblati, i nostri partner oblati, i nostri oblati onorari possiedono tutti risorse che dobbiamo riunire. Lo Spirito Santo è pronto ad aiutare clero e laici a servire i migranti, ciascuno nella propria sfera.

I doni dello Spirito Santo non ci aiutano a lavorare con tanti altri che hanno accettato Gesù come Signore e Salvatore e condividono la grazia di un solo battesimo? I gruppi evangelici protestanti come World Vision sono desiderosi di lavorare con i cattolici. Gli ortodossi orientali, guidati dai patriarchi Bartolomeo e Kirill, ci supplicano di collaborare. La Dichiarazione Congiunta di Papa Francesco e del Patriarca Kirill, firmata a Cuba il 12 febbraio 2016, ci implora di lavorare insieme per alleviare le sofferenze di migranti e rifugiati in Medio Oriente (8-13, 17-21).

Rafforzati dalla grazia dello Spirito Santo, non abbiate paura di creare coalizioni con gruppi con cui non lavoriamo abitualmente. L'American Civil Liberties Union (ACLU) non è d'accordo con il cattolicesimo su molte questioni, ma ogni tanto sorge un problema in cui troviamo un terreno comune. Possa la Pentecoste aprire gli occhi a questi alleati per l'assistenza ai migranti.

Quando il nostro superiore generale ci ha parlato da Roma per la nostra convocazione (aprile 26, 2016), ha fornito due esempi, in Turkmenistan e nel Sahara occidentale, dove musulmani moderati e cristiani stanno lavorando insieme. Anche molti dei nostri fratelli e sorelle ebrei sono abili nel lavorare con i migranti.

Sì, all'inizio richiederà un po 'più di tempo ed energie per cercare i nostri alleati. Ma a lungo termine, saremo molto più efficaci se lavoriamo con gli altri piuttosto che tentare di fare tutto da soli. Mentre gli Oblati celebrano il 200esimo anniversario della nostra fondazione, durante questo Anno Giubilare di Misericordia, supplichiamo lo Spirito Santo di unità, di audacia e coraggio, di guidarci. Solo lavorando con gli altri, gli Oblati possono ridurre significativamente la sofferenza degli immigrati.

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